lunedì 24 marzo 2014

Un esempio di narrazione egemonica: la Giornata della Memoria

Prima di cominciare, un'utile avvertenza: per me "egemonico" non è una parolaccia. Come chi vuol diventare ricco ammira i ricchi, così chi vuol diventare egemone ammira gli egemoni. L'importante è che dall'ammirazione non si scada nella "mimicry = imitazione servile".

Ho qui tradotto un brano del libro Hegemony and Socialist Strategy, di cui la parte più importante mi pare questa :
Di fronte a delle forze oppressive, ad esempio, un insieme di particolarità stabilisce delle relazioni di equivalenza tra di loro. Diventa però necessario rappresentare la totalità della catena, aldilà dei semplici diversi particolarismi dei diversi anelli di equivalenza. Quali sono i mezzi di rappresentazione? Come sosteniamo, solo una particolarità il cui corpo è scisso, in quanto, senza cessare di essere la sua propria particolarità, trasforma il proprio corpo nella rappresentazione di un'universalità che lo trascende (quella della catena delle equivalenze). Questo rapporto, con cui una certa particolarità si assume la rappresentazione di un'universalità assolutamente incommensurabile con essa, è quello che noi chiamiamo rapporto egemonico. Ne risulta che la sua universalità è un'universalità contaminata: (1) vive in quest'insolubile tensione tra universalità e particolarità; (2) la sua funzione di universalità egemonica non è acquisita definitivamente, ma, al contrario, è sempre reversibile.
Dal punto di vista di questo blog, le forze oppressive da contrastare, e che obbligano a stabilire relazioni di equivalenza tra particolarità oppresse, sono quelle della discriminazione per qualità essenziali (cioè immutabili, o mutabili solo a prezzo della rinuncia a diritti fondamentali) della persona, discriminazione che va dalla difficoltà nel trovare amici al genocidio (la Shoah ne è l'esempio più noto).

Nella catena delle equivalenze che questo tipo di oppressione crea, la particolarità che ha stabilito un rapporto egemonico con le altre è l'ebraismo, inteso non semplicemente come religione, ma anche come etnia e cultura.

La legge che ha istituito la Giornata della Memoria, pur cercando di evitare che il 27 Gennaio di ogni anno si parlasse solo degli ebrei, non ha potuto fare altro che confermare quest'egemonia. Infatti, altre minoranze (di genere, sessuali, etniche, razziali) oppresse dal nazifascismo raccontano ora la loro storia come varianti di un paradigma la cui forma più pura si è espressa nella persecuzione e nello sterminio degli ebrei.

La cosa che le minoranze sessuali possono fare, per non essere relegate come nota a piè di pagina in questa narrazione, è quella di osservare che componente non trascurabile dell'antisemitismo moderno è stata il vedere negli ebrei un pericolo mortale per i ruoli sessuali e di genere come si stavano configurando nell'Europa ottocentesca.

Dovrò approfondire il problema (rileggendo, ad esempio, il libro L'immagine dell'uomo. La nascita della mascolinità moderna / Mosse, George L.), ma mi pare sufficiente per ora notare quanto abbiano avuto in comune l'LGBT-fobia e l'antisemitismo nell'Europa che si avviava verso Auschwitz.

Raffaele Ladu
24 Marzo 2014

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